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Una casa da costruire, una musica da danzare

Meditando a partire da Matteo 7, 24-29 e  11, 16-17

24 «Perciò chiunque ascolta queste mie parole e le mette in pratica sarà paragonato a un uomo avveduto che ha costruito la sua casa sopra la roccia. 25 La pioggia è caduta, sono venuti i torrenti, i venti hanno soffiato e hanno investito quella casa; ma essa non è caduta, perché era fondata sulla roccia. 26 E chiunque ascolta queste mie parole e non le mette in pratica sarà paragonato a un uomo stolto che ha costruito la sua casa sulla sabbia. 27 La pioggia è caduta, sono venuti i torrenti, i venti hanno soffiato e hanno fatto impeto contro quella casa, ed essa è caduta e la sua rovina è stata grande».
28 Quando Gesù ebbe finito questi discorsi, la folla si stupiva del suo insegnamento, 29 perché egli insegnava loro come uno che ha autorità e non come i loro scribi.

A coloro che seguono il corso di discepolato cristiano a un certo punto propongo sempre una lettura continuata del Sermone sul monte, cioè leggere tutto di un fiato i capitoli 5, 6 e 7 di Matteo.
E’ una lettura entusiasmante. In quelle parole c’è l’essenza dell’insegnamento di Gesù. Si parte da un’inattesa benedizione verso i poveri, gli affamati di giustizia, i miti, i perseguitati. Gesù afferma che sono loro quelli che Dio sceglie e ama appassionatamente, contrastando così la logica del mondo e spesso anche delle religioni che premiano, ossequiano e benedicono i ricchi, i potenti, coloro che hanno successo e godono della considerazione della società. Gesù comincia così il suo ministero, rovesciando la piramide e dicendo ai suoi ascoltatori, gente semplice e piena di problemi, che non solo Dio li ama e li accoglie ma che sono loro il sale della terra e la luce del mondo!
Sale? Sì, come il sale conserva il cibo, lo condisce, lo preserva così i miti e non i violenti curano le relazioni e preservano la terra per le generazioni che verranno.
Luce? Sì, così come la luce rivela ciò che c’è e dà direzione nel cammino, così gli operatori di pace, i perseguitati per la giustizia offrono ai loro contemporanei un esempio di chiarezza su come camminare e verso quale meta.
Ma il testo prosegue. Gesù è l’interprete non soltanto della legge antica ma dell’intenzione dietro ogni direttiva. Dio ha detto “Non uccidere” ma non ti puoi fondare sulla tua giustizia davanti a Dio solo perché non arrivi ad uccidere un’altra persona. Se tu odi, disprezzi, mortifichi anche solo a parole il tuo fratello, la tua sorella, Dio non lo vede forse? Cosa c’è nel tuo cuore? Chi ami veramente? Chi servi veramente? Non soltanto nell’apparenza ma in verità? Cosa c’è nel tuo sguardo sul mondo? Cosa traspare? Per chi, per cosa vivi? Quali sono le tue priorità? Se servi la ricchezza e tutto è proteso verso il tuo successo, allora non fingere di amare e servire Dio. Non puoi servire due padroni!  Dio non lo imbrogli! E se nella tua vita tutto quello che cerchi è soddisfare i tuoi bisogni, allora sarai disposto a tutto, anche vendere la tua dignità pur di arrivare allo scopo!
C’è un prima e un dopo che viene proposto da Gesù: Cercate prima il Regno di Dio e la sua giustizia, tutto il resto viene dopo.
Se la presenza e la guida di Dio viene prima, allora tutte le apparenze, anche quelle di tipo religioso, vengono a cadere. Non farai le cose per far vedere come sei bravo ma le farai perché ci credi davvero. Non farai finta di pregare per esempio, ma pregherai la semplice preghiera del cuore aperto davanti a Dio, non farai finta di amare, ma amerai davvero anche quando amare sarà difficile perché la persona non è amabile ma anzi  la senti nemica.
Ho fatto soltanto qualche esempio della ricchezza e della profondità di questa parola che Matteo ci consegna in queste pagine. Gesù parla con un’inaudita e inedita autorità. E nel suo Vangelo Matteo rende anche chiaro che Gesù non è solo interprete genuino di Dio, Egli è anche Colui che adempie questo insegnamento nella sua vita. Fino in fondo… in fondo… e il fondo è la croce.

Eccoci qui a questa parte finale del sermone sul monte, è il testo che Priscilla e Regie hanno scelto perché parli oggi ai loro cuori e anche ai nostri. Priscilla e Regie oggi davanti alla comunità riunita chiederanno a Dio di benedire il loro matrimonio e si impegneranno a vivere la loro vita insieme come discepoli di Gesù. Hanno scelto questa parabola perché parla della costruzione di una casa e loro si apprestano a costruire la loro casa, non fisicamente certo - la casa dove abitano insieme è già costruita! – ma come casa di senso.  Con questa loro scelta ci dicono oggi che è loro intenzione costruire la loro relazione come si costruisce una casa solida.
Accingiamoci dunque a costruire questa casa.

Per costruire una casa solida ci vuole intelligenza per scegliere il posto. Se uno è intelligente sceglie di costruire la sua casa sulla roccia, se uno non è intelligente sceglie di costruire la sua casa sulla sabbia.
La roccia è simbolo di stabilità. La roccia è qualcosa che sfida il tempo, che resta, che dura. Gesù aveva detto che la parola di Dio non passerà finché non sia completamente adempiuta.
C’è cioè una parola che, diversamente dalla nostra percezione resta stabile. E’ una parola che non è volatile, ma è solida, ha la solidità di una roccia. Questa è la parola di Dio che resta finché non sia pienamente adempiuta.  E Gesù è Colui che la adempie, la osserva, la completa. (Matteo 5, 17-18). La parola di Dio non passerà, resterà per sempre e Gesù incarna questa parola.

Porre le fondamenta sulla roccia che è la parola di Dio è dunque la cosa più importante e bisogna scavare molto. Il parallelo di Luca dice infatti “Chi ascolta queste mie parole e le mette in pratica assomiglia a un uomo  il quale costruendo la casa  ha scavato e scavato profondamente e ha posto il fondamento sulla roccia.” (Luca 6, 47-48)

Lo scavo delle fondamenta della casa sulla roccia è una cosa importante. Non si costruisce bene se non si scava a fondo. Ma quanto profondo si è scavato non lo si vede mai da fuori.

Dunque la prima cosa per costruire una casa che duri nel tempo è mettersi attentamente in ascolto di questa parola. Questo è il lavoro di scavo. La parola va ascoltata e fatta risuonare dentro di noi, va custodita con attenzione, va meditata a lungo, per amarla appassionatamente.
Non si può fare tutto questo frettolosamente. Non si può ascoltare, custodire, meditare, amare la parola di Dio dedicando a questo 5 minuti della nostra giornata. Per esempio il foglietto del calendario e via… Non ha senso e non basta. Sentiamo migliaia di parole tutto il giorno. E mescolate con queste migliaia di parole c’è la parola di Dio? Se non ascolti a lungo, se non scavi a fondo le fondamenta non reggeranno. 
Voi siete la luce del mondo. Cosa significa questo nella mia vita?
E come intendere questa altra parola? Si: Io vi dico: amate i vostri nemici, fate del bene a quelli che vi odiano… se amate quelli che vi amano che fate di speciale?
Come la mettiamo con quest’altra parola: non siate in ansia per il domani perché il domani si preoccuperà di se stesso?
Per costruire una casa solida dobbiamo scavare in profondità. Nessun altro può farlo per noi.
La parola deve prendere forma dentro di noi e noi in essa.

E per una coppia questo si può fare anche insieme. Leggere insieme e meditare insieme la parola di Dio. Affrontare i testi difficili, non sfuggire alle domande scomode, cercare insieme le risposte, accompagnare la lettura con la preghiera, leggere insieme anche degli altri libri che spiegano, guidano,  aiutano, partecipare a seminari e studi biblici… Scavare, nessuno può farlo per voi. Voi potete farlo e stabilire saldamente le fondamenta nella roccia.

“Chiunque ascolta queste mie parole e le mette in pratica sarà paragonato a un uomo avveduto che ha costruito la sua casa sopra la roccia”.
A ben vedere, questa parabola non si riferisce soltanto ad ascoltare la parola e meditarla in profondità ma ad ascoltarla e poi metterla in pratica. Si costruisce saldamente una casa se si ascolta attentamente e poi si vive quello che si è ascoltato in profondità. Si può vivere una parola esigente come quella di Gesù solo se la si medita in profondità.  La parola che diventa parte di noi , carne e sangue nostro, diventerà con naturalezza anche vita e cammino. Perché la parola che si radica in noi è parola viva e vivendo in noi ci mette in movimento.
Lo scavo è indispensabile perché solo quello che è radicato in noi in profondità poi al momento opportuno ci aiuta a scegliere la strada voluta da Dio, la strada dell’amore che dona, la strada della giustizia e non quella del proprio interesse, la strada del prendere posizione accanto ai senza diritti, la strada stretta e non quella larga. Non ascoltatori passivi e distratti, religiosi di parola e di facciata, ma persone di integrità: persone che ascoltano in profondità, che sentono nel cuore e pensano, che pensano e dicono, che dicono e fanno.

Una volta Gesù ebbe a dire anche un’altra breve parabola e con questa vi lascio.
16 Ma a chi paragonerò questa generazione? È simile ai bambini seduti nelle piazze che gridano ai loro compagni e dicono: 17 "Vi abbiamo suonato il flauto e non avete ballato; abbiamo cantato dei lamenti e non avete pianto" (Matteo 11, 16-17).

Ecco, Gesù insegnava, guariva, incontrava tanta gente, annunciava il Regno di Dio con tutto se stesso ma alcuni proprio non si lasciavano coinvolgere mai. Così Gesù espresse la sua delusione. Così è la parola di Dio. Molti la ignorano, altri la snobbano, altri ancora l’ascoltano distrattamente anche per anni e nulla cambia nella loro vita. Ma Gesù ci dice che la sua parola è come una musica da ballo. A volte è una musica dolce e soave, allegra e appassionata, in altri momenti della vita può essere seria e solenne ma essa è sempre fatta perché ci si lasci coinvolgere. Essa suona per noi perché possiamo danzare seguendo il ritmo del cuore di Dio. La parola come la musica non vuole lasciarci indifferenti, vuole metterci in movimento.

Dunque costruite la vostra casa scavando in profondità nella roccia che è la parola di Cristo così che la vostra esistenza affondi in questa roccia e sia stabile. Nulla potrà minacciare la stabilità della vostra casa, né pioggia, né venti, né tempesta perché se essa sarà fondata sulla roccia. Ma poi in questa vostra casa metteteci anche una grande e bella sala da ballo per ricordarvi che la bella musica della storia di Dio con il suo popolo ci è stata suonata non soltanto perché è bello ascoltarla ma perché vuole che ci lasciamo coinvolgere nella danza. La Parola ci fonda in Cristo, ci anima, ci guida nel cammino, ci prende per mano e ci insegna a danzare. E nella semplicità ci rende felici.