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PROTESTANTI E CATTOLICI 3: La Differenza Basilare

Ci sono state diverse opinioni su quale sia la differenza fondamentale fra l'interpretazione romana e protestante del cri­stianesimo.  Per Lutero, la giustificazione per la fede era “ar­ticulus stantis et cadentis ecclesiae”.1 Per Calvino la differen­za fondamentale, come vedremo più avanti, bisogna cercarla nel diverso approccio alla Scrittura.2  Per altri il problema consi­ste in ciò che Schaff definì la "questione soggettiva",3 e altri il problema dell'applicazione della redenzione, "diretta" nel ca­so protestante, "mediata dall'istituzione gerarchica della chie­sa" per il cattolicesimo romano.4  Per Barth la differenza consi­ste nel fatto che lì dove i protestanti diciamo "solus / sola" i cattolici dicono "et": al solus Christus aggiungono et Maria, al sola fides aggiungono et opera, al sola gratia aggiungono et sacramenta, al sola scriptura aggiungono et traditiones eccle­siae.

Certamente, la differenza fondamentale, che trova degli echi in tutti gli altri aspetti della dogmatica è la questione della Chiesa, l'ecclesiologia.  Dobbiamo però chiarire subito che nella dogmatica cattolica romana l'ecclesiologia non è un aspetto neutrale, strumentale o istituzionale al servizio della dogmati­ca, anzi l'ecclesiologia è il centro di essa e tutto è ordinato all'ecclesiologia.
2.  L'Ecclesiocentrismo della Chiesa di Roma
1. Nel sistema cattolico romano, la chiesa è legata a Dio Padre da un decreto divino implicito nello stesso decreto della creazione.5  La chiesa, nella sua prima fase, quella preparatoria nell'Antico Testamento è legata al Padre che cominciò a dare esistenza o consistenza reale, a svolgere nel tempo e nello spazio concreto il suo piano per la redenzione del mondo, prepa­rando la chiesa come una sorta di "sacramento generale in Cristo", simbolo visibile dell'unione intima con Dio, e dell'unione di tutta l'umanità16 La chiesa è il sacramento pri­mordiale, la esplicitazione della volontà salvifica divina.  "Extra ecclesiam nulla salus" è l'assioma tradizionale interpre­tato da Cipriano di Cartagine con questa formula: "Non può avere Dio come Padre chi non ha la Chiesa come Madre".7  Il legame Chiesa ‑ Dio Padre è il fondamento della connessione Chiesa ‑ Salvezza: nessuno può salvarsi ameno che appartenga, anche se solo per desiderio implicito, vale a dire procedere guidati dalla buona volontà alla chiesa di Roma.  Il legame dell'individuo con la Chiesa può consistere anche nella disposizione a camminare per la via della salvezza, implicitamente chiunque percorre questa via, anche se non se ne accorge, è vincolato alla chiesa.
Significa questo che qualcuno possa giudicare sinceramente che la chiesa di Roma sbaglia e uscirne da essa "in buona fede"?  Alcuni teologi cattolici hanno ammesso questa possibilità, ma il magistero ufficiale è ancora contrario.  Il Vaticano I affermò: “Quelli che hanno ricevuto la fede sotto il magistero della Chiesa non possono mai avere una giusta causa per cambiare la loro fede o per dubitare di essa”.  Anche alcuni teologi "pro­gressisti" come Schillebeeckx non hanno superato questo pregiudi­zio: “Consideriamo come una vera infedeltà il passaggio di un cattolico al protestantesimo,..., c'è un abbandono dell'eredità cristiana”.8 Mentre il passaggio da una chiesa altra alla chiesa di Roma è considerata tuttora una "conversione". Il Vaticano II nella Dichiarazione sulla Libertà Religiosa ribadisce chiaramente che “l'unica vera religione sussiste nella Chiesa Cattolica Romana”, e che la libertà religiosa “si riferisce all'immunità di coercizione nella società civile”, ma “lascia integra la dottrina tradizionale cattolica sul dovere morale degli uomini e delle società verso la vera religione e l'unica Chiesa di Cristo”.9
Per questo motivo viene ancora considerata una "diserzione", un "allontanamento della verità", l'uscita di una persona dalla Chiesa di Roma.  Questo crea non poche difficoltà di carattere psicologico a chi pensa di "abbandonare" e passare ad un'altra chiesa.  Gli è stato insegnato, ad esempio, che le "note" o ca­ratteristiche dell'unica chiesa vera sono presenti soltanto nella chiesa di Roma, che è la sola chiesa veramente una, santa, catto­lica e apostolica, e perciò è l'unica che può vantare di essere stata fondata da Cristo.10  Da ciò si conclude che è spiritualmen­te "cieca" una persona che abbandona la sola chiesa che dà le e­videnze delle "note" della chiesa, per abbracciare una religione falsa o imperfetta o incompleta.  Gli è stato detto che Dio, in qualche maniera, è obbligato ad aiutare con la sua grazia tutti quelli che aderiscono sinceramente alla verità, e così non può togliere il dono della fede (essendo la fede cattolica l'unica fede vera) a chi sinceramente tenta di fare tutto ciò che può per camminare nella verità.11 Così chiunque abbandona la fede catto­lica, nel suo interno, è stato infedele alla verità e ha tradito Dio.  Gli è stato insegnato che la fede è una verità teologale, la cui autenticità dipende dalla veridicità della credenza pro­fessata.  Cosicché, Dio impartisce la sua grazia soltanto perché avvenga un vero atto di fede.12  Perciò Dio non può dare la sua grazia per aderire ad una falsa credenza o ad un minus, cioè, ad un'altra credenza che non sia la fede cattolica romana.
2. La chiesa è legata al Cristo, nella sua seconda fase, e alla sua Incarnazione.13  Il Verbo di Dio fatto carne diventò il Mediatore fra Dio e gli uomini nel suo corpo mortale visibile.14  Secondo questa comprensione incarnazionista la chiesa, come mistico prolungamento dell'Incarnazione di Cristo, è stata costi­tuita come una struttura visibile attraverso la quale Dio comuni­ca la sua grazia a tutti.  E' la sola struttura visibile e dunque riconoscibile di salvezza, essa stessa è il sacramento in quanto continuazione dell'Incarnazione del Verbo.15  La chiesa diventa così "l'unica mediazione possibile" visibile per l'applicazione della salvezza.  Nella critica che Schleiermacher rivolgeva all'ecclesiologia cattolica romana appariva già questa contraddi­zione tipica del cattolicesimo: "l'ultimo romanismo fa dipendere la relazione dell'individuo con Cristo dalla sua relazione con la chiesa".16
La Chiesa è dunque la continuazione dell'Incarnazione di Cristo che è presente nella sua Chiesa, non in virtù della sua sovrana maestà ma:
“sempre e specialmente nelle celebrazioni liturgiche.  Egli è presente nella Santa Messa, non solo nella persona del suo mi­nistro ..., ma anche specialmente nelle materie eucaristiche”.17
O. Semmelroth chiamò la chiesa Ursakrament, sacramento originario o primordiale, mentre Y. Congar la chiamò “sacramento, segno e strumento della nostra salvezza escatologica definitiva”.18  La formula "chiesa, sacramento universale di salvezza" è equivalente all'extra ecclesiam nulla salus tradizio­nale.  Implica che la chiesa è l'unica istituzione di salvezza visibile, fondata da Cristo per portare la salvezza a tutti gli uomini, e che possiede la totalità degli strumenti necessari per offrire e rendere efficace quella salvezza.  La chiesa è una struttura (o società) visibile, continuazione della natura umana di Cristo, attraverso la quale Dio salva gli uomini, e così essa stessa è una parte integrante il mistero dell'Incarnazione e del progetto divino di salvezza. La chiesa è per tanto oggetto di fede e non semplicemente la custode della fede come diciamo i protestanti, l'ecclesiologia è la parte fondamentale della dogma­tica, il suo centro, soppianta, secondo l'interpretazione prote­stante il ruolo unico di Cristo.
3. In questo senso incarnazionista è anche legata allo Spirito Santo, ed è già un'anticipazione del Regno escatologico e definitivo di Dio.  Lo Spirito santifica la chiesa, dunque anche se i suoi membri possono essere imperfetti e il peccato possa insinuarsi anche nelle sue più alte gerarchie, la chiesa come struttura, società e istituzione visibile, è sempre perfettamente santa.19  Nel n. 48 della LG si afferma:
“Cristo innalzato sulla terra, attirò a sé tutti gli uomini; risuscitato dai morti, inviò il suo Spirito vivificatore sui suoi discepoli, e attraverso lo Spirito costituì il suo Corpo che è la Chiesa, come un sacramento universale di salvezza”.20
La dottrina cattolica spinge l'identificazione fra Corpo mistico di Cristo e chiesa,21 alle sue ultime conseguenze. Questo implica che sono connessi e incorporati al corpo mistico, quelli che sono incorporati alla chiesa dato che essi sono la stessa cosa, e tutti quelli che possiedono una forma di grazia o uno strumento parziale di salvezza sono inconsapevolmente in connes­sione con la chiesa,22 perciò tutti e tutto hanno un vincolo con la chiesa di Cristo che sussiste unicamente nella Chiesa di Roma, e che siamo ordinati, vocazionati e destinati (attirati) ad essa se siamo mossi da buona volontà.23  Ma questa identificazione non implica che Cristo, l'Emanuele (Dio salva) perde la sua sovrana trascendenza riguardo la Chiesa? Questo come sappiamo non è possibile e dunque una tale posizione è incompatibile con i dati del NT.